Franco
Bolelli Sono un tempo cresciuto occupandomi di cose estremamente adolescenziali come il rock, il basket, i film d’azione, le storie adrenaliniche e in generale tutto ciò che è eccitante. Mentre ora -che sono passati tanti anni- mi occupo di cose estremamente evolute come il rock, il basket, i film d’azione, le storie adrenaliniche e in generale tutto ciò che è eccitante. Perchè -questa è stata per me la scoperta davvero illuminante- quelle stesse cose così creative ed eccitanti mi si sono anche svelate come le più avanzate e paradigmatiche. Il progetto di questo libro è proprio quello di coniugare quella qualità adolescenziale con questa qualità evolutiva, quell’eccitazione con questo respiro, quella sensualità con questa visione sperimentale. La tesi di questo libro è questa: se la cultura pop è definitivamente superiore, non è semplicemente perchè è più energetica, più divertente, più sexy, più comunicativa, più globale. Figuriamoci se ci possiamo accontentare soltanto di tutto questo... No, se la cultura pop è definitivamente superiore, è perchè essa -innanzitutto quella più avanzata- sta creando nuovi, più pieni, più abbondanti valori. Sì, di questo pop sto rivendicando non soltanto la naturale vocazione al divertimento spettacolare, ma proprio la funzione evolutiva e paradigmatica. Perchè quantomeno nella sua anima più sperimentale, il pop è la sola cultura sintonizzata con i mutamenti che il mondo connesso e globale determina nelle nostre facoltà percettive, cognitive, sensoriali, neurologiche. Qui dentro ci sono Michael Jordan e i nuovi modelli antropologici, Quentin Tarantino e il più avanzato universo tecnocomunicativo, i Red Hot Chili Peppers e le filosofie creative, Bruce Lee e la nuova scienza, Lorenzo Jovanotti e le frontiere della sperimentazione, Jimi Hendrix e la nuova generazione dei serial tv, Kobe Bryant e la scrittura globale, e tutte le più creative forme di linguaggio, di comunicazione e di vita. |